Il giorno 27 marzo 2020, presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, era programmato lo svolgimento del POAM Experts’ Workshop, coordinato dalla prof.ssa Costanza Honorati ed intitolato: “Rethinking the Protection Of Abducting Mothers in Return Proceedings: Domestic Violence and Parental Child Abduction”.
Il POAM Experts’ Workshop si inserisce nel progetto POAM, finanziato dalla Commissione europea (DG Justice and Consumers), i cui partner sono, oltre all’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Aberdeen (Prof.ssa Katarina Trimmings), l’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera (Prof. Anatol Dutta) e l’Università di Osijek (Prof.ssa Mirela Župan).
Il progetto POAM esamina il coordinamento tra gli strumenti europei che hanno ad oggetto la prevenzione dalla violenza domestica e quelli che regolano la sottrazione internazionale di minori. Tra questi, particolare attenzione viene data da una parte al quasi sconosciuto Regolamento (UE) n. 606/2013 sul riconoscimento delle misure di protezione in materia civile e sulla Direttiva 2011/99/UE sull’ordine di protezione europeo in materia penale (i quali garantiscono la circolazione degli strumenti di protezione) e dall’altra, alla Convenzione dell’Aja del 1980 sulla sottrazione internazionale dei minori ed al Regolamento (CE) n. 2201/2003 sulla competenza in materia familiare (c.d. Bruxelles II-bis), che dispongono il ritorno dei minori sottratti e, a tal fine, l’adozione di misure di protezione del minore.
Strutturato come incontro su invito, il POAM Experts’ Workshop si proponeva di condividere idee e best practices tra una quarantina di professionisti (rappresentanti del mondo accademico e delle organizzazioni internazionali, del settore giudiziario e dei servizi sociali) nonché di discutere la “Guide To Best Practices” sviluppata dai partner del progetto.
La prima sessione dei lavori (Setting the scene – Domestic violence and international child abduction), introdotta da Costanza Honorati, prevedeva la relazione di Maja Groff (Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato) sulla violenza domestica come causa di non ritorno e la Guida pratica sull’art. 13 (1)(b) elaborata dalla Conferenza dell’Aja, di recentissima pubblicazione, che avrebbe stimolato la discussione del pubblico sull’utilità di misure di protezione idonee ad essere riconosciute nello Stato di residenza abituale.
Nella seconda sessione (Setting the scene – Protection measures in domestic violence cases in the cross-border context), presieduta da Mirela Župan, Katarina Trimmings e Onyoja Momoh (Università di Aberdeen) avrebbero offerto una panoramica del Regolamento n. 606/2013 sul riconoscimento delle misure di protezione in materia civile e sulla Direttiva 2011/99/UE sull’ordine di protezione europeo in materia penale, al fine di stimolare un dibattito tra i partecipanti circa le difficoltà riscontrate nell’applicazione di questi strumenti.
Nella terza ed ultima sessione (Protecting against domestic violence in child abduction cases – Regulation No 606/2013 and its relationship to Brussels IIa Regulation in abduction cases), Anatol Dutta, Costanza Honorati e Mirela Župan avrebbero analizzato l’interazione tra il Regolamento n. 606/2013 sul riconoscimento delle misure di protezione in materia civile ed i Regolamenti Bruxelles I-bis e II-bis, sempre nella prospettiva di garantire il ritorno sicuro dei minori sottratti. Infine, Michael Wilderspin (Servizio giuridico della Commissione europea) avrebbe avuto il compito di concludere i lavori.
A causa dell’epidemia di COVID-19 e delle misure disposte dal Governo per prevenirne la diffusione, il Workshop è stato cancellato.
I materiali che sarebbero stati distribuiti possono rinvenirsi qui.
I partners del progetto hanno convenuto di tenerlo successivamente, in forma telematica e in tre sessioni ristrette, a fine maggio. La nuova data sarà comunicata a breve sul sito internet del progetto POAM.